Nel mondo dei biglietti c’è uno strano personaggio…

Ti anticipo che quello che stai per leggere potrebbe scuotere le certezze che hai riguardo a questo mondo.

Mi riferisco al mondo del biglietto augurale o dell’articolo augurale per come l’hai conosciuto.

Tu credi o hai sempre creduto che quello che vedi sia l’unico mondo. Un mondo fatto di personaggi, cose ed abitudini che ormai conosci piuttosto bene.

Ma c’è anche un altro mondo. Molto diverso da quello che conosciamo…

Immagina di essere in un fumetto o un cartone della Disney. Ecco, io, te, tutti noi che ci occupiamo di articoli augurali o di biglietti, se vogliamo essere più specifici, viviamo nel mondo di “Noia City – Il paese dove non si vende più come una volta” (questo sarebbe il suo slogan deprimente…).

Questo è un mondo terribilmente reale… con dei problemi seri. C’è poco da scherzare.  Un mondo fatto di lupi, proposte indecenti e sogni infranti.

Ma voglio tranquillizzarti…  A “Noia City” le cose sono destinate a peggiorare.

Tu stesso te ne sarai accorto… Più il tempo passa e più scopri che i nemici crescono di pericolosità e sono sempre di più numerosi. Crisi, spread, amazon, facebook, centri commerciali, e-bay… e la lista potrebbe essere ancora più lunga. Un sistema, che sempre più velocemente, sta per inghiottire tutto!

Quanto resisteremo? Per quanto potremo affrontare nemici cosi forti e sempre più numerosi?

Queste e molte altre domande, mi hanno spinto lo scorso anno a cercare delle risposte che erano diventate urgenti.

Risposte che erano destinate a quella parte di miei clienti che vuole ancora fare la differenza. Di chi non molla e non si accontenta di fare il proprio lavoro ma vuole farlo nel migliore dei modi! Il migliore possibile.

Il mercato a dir poco stagnante se non torbido, rischiava di inghiottire i miei clienti, quei clienti curiosi e temerari, nel buco nero che in “Noia City” stava ingurgitando tutto.

Entusiasmo, fiducia, voglia e purtroppo, anche denaro.

In “Noia City” non trovavo risposte. Non potevo trovarle… Sapevo che avrei dovuto muovermi, cercare risposte altrove.

Se ti occupi di articoli per il Party la tua Eldorado è New Orleans. Se il tuo mondo è il carnevale, il tuo ombelico del mondo sarà Rio De Janeiro. Se il tuo lavoro è creare biglietti augurali, la tua Hollywood è certamente Londra.

Li è nato il primo biglietto. Li esiste la più grande tradizione riguardo il biglietto augurale.

“Scopriamo cosa fanno i numeri uno. I giganti ed i Re di quel mondo!”

Non avevo idea di cosa mi aspettasse. Il mio viaggio pensavo fosse solo uno spostamento in senso “fisico” peraltro neanche troppo impegnativo. Mi bastarono un paio d’ore scarse di areo per mettere piede in una città che conoscevo già molto bene per viaggi personali.

Ma questa volta era diverso. Ero qui con uno scopo ben preciso. Non per comprare statuette delle guardie reali o fare i selfie in Trafalgar Square…

Ero qui per scoprire quali erano i segreti dei Re e delle Regine di questo mondo completamente opposto alla “Noia City” da cui io provenivo.

Ero qui per entrare nella tana del bianconiglio. Per farlo però dovevo, proprio come Alice, prendere un pezzetto di fungo magico e farmi piccolo, minuscolo.

I giganti mi parvero ancora più giganti ed i Re ancora più enormi, potenti e pericolosi.

Come potevo nei pochi giorni che avevo a disposizione, conoscerli abbastanza bene da farmi svelare i loro segreti, quelli che li facevano essere così bravi da non rischiare di essere inghiottiti loro stessi nella “Lazy City”, la Noia City inglese? Non lo avrebbero mai fatto, non me li avrebbero mai svelati…

Svelare certi segreti ad un Italiano proveniente da “Noia City”? Giammai. Ero spacciato…

Se il mio più grande difetto è la caparbietà o, chiamandola con il corretto nome scientifico “testardaggine allucinante” ero al corrente che forse, per una volta, questo difetto fastidioso, avrebbe potuto aiutarmi. Non dovevo mollare.

Dovevo insistere…

Come sono sincero con te, lo sono con tutte le persone che incontro. E’ una dote che può essere nobile forse ma anche molto pericolosa. Soprattutto nel mondo degli affari. Mi feci coraggio e decisi di esserlo anche con i Giganti ed i Re che esponevano a questa fiera (una popò di roba che in Italia ormai ci sogniamo dagli anni 80…)

Non potevo presentarmi come un faccendato acquirente interessato ai loro prodotti. Non era quello il mio scopo ovviamente e quindi non sarei stato per nulla credibile.

Decisi così di vuotare il sacco. “Mi chiamo Cristian, sono il fondatore di Wonder, uno studio di progettazione di biglietti augurali. Vengo dall’Italia e sono qui per curiosare”

Alla prima prova della verità mi aspettavo tutto tranne che una reazione come quella che ebbe la titolare della “Hello Geronimo” che mi disse: “Oh… Italy! Very cool… I love so much Firenze, Lago di Garda, … ”

Su Lago di Garda, capii che era fatta. Avevo un aggancio, essendo casa mia a pochi chilometri da Desenzano mi bastò nominarglielo per  fare si che diventassimo subito amiconi.

La carta della sincerità aveva funzionato. Temevo si trasformasse da docile lady inglese di mezza età nella temibile Regina di Cuori tagliatrice di teste.

Dopo la mia dichiarazione mi aspettavo una reazione peggiore:  me la vedevo già, farsi paonazza, chiamare la sicurezza e farmi tagliare la capoccia con l’accusa di “Tentato furto di idee!!”

Invece avevo appena imparato la mia prima lezione da una grande imprenditrice: Se sei sicuro del tuo lavoro, della veridicità della tua opera non hai nulla da temere.

Puoi essere aperto, chi ti copia arriverà sempre dopo ed offrirà sempre un sensazione di “riscaldato” che il cliente fiuterà.

Mi mostrò le sue collezioni, mi spiegò a cosa erano ispirate e come nascevano nella sua azienda. Addirittura mi indicò quali erano quelle che avevano maggior successo in Inghilterra e quali negli Stati Uniti.

Ero sbalordito. Non tutti, erano però cosi “aperti”. Soprattutto le aziende più piccole o i piccoli designer. E li capisco…

Noi italiani purtroppo all’estero non godiamo di un ottima fama…

Entrando in contatto con i personaggi di questo mondo cosi diverso dal nostro, ho capito cosa mancava nel mercato che conosciamo, che anche io, come te, ho sempre conosciuto e vissuto.

A “Noia City, nel 99% dei casi, i prodotti che ti presentano non sono creati dalle aziende che te li propongono.

Questo perchè nessuno investe sulla CREATIVITA’. I prodotti che vedi sono prodotti commercializzati.

Ecco in cosa averi dovuto investire… in quel mondo fatto di sogni, desideri, domande e ricerche che è la CREATIVITA’!

A pensarci bene ero un pirla! Sono cresciuto nell’azienda di mio Padre che ha passato la sua vita lavorativa ad inventarsi articoli. Probabilmente l’uomo più creativo cha abbia mai conosciuto.

“Cristian al giorno d’oggi le cose te le devi inventare tu!” Diceva il mio babbo nel lontano 1998. Vent’anni fa ragionava con la mentalità che ora è l’unico appiglio alla sopravvivenza di un azienda.

CREATIVITA’: Creare dal nulla.

Quel processo spinto non tanto dalla fantasia, ma dall’agire spinti dalla voglia di prendere una direzione diversa da quella che prendono gli altri.

E per quale motivo? Se tutti, fanno quella cosa, se quella cosa funziona, perchè mai IO dovrei a mettermi a fare qualcosa d’altro? Son forse matto?

Fu proprio una Hippie sulla sessantina, che esponeva orgogliosa i suoi biglietti composti da disegni di gatti e donne con i capelli arancione acceso (come i suoi) a svelarmelo…

Quando le dissi che i suoi biglietti erano talmente originali da sembrare “insoliti”, abbozzò un sorriso e mi rispose con la modestia che puoi avere quando hai lo stand pieno di gente che ti fa ordini… “Ovvio, quella roba (i soliti biglietti ndr) non c’è bisogno che mi metta a farla anche io. Questi biglietti invece non li fa nessuno, perchè sono “roba mia”. E se vuoi qualcosa di mai visto con gattoni grassi e donne con i capelli rosso brillante allora li cerchi da me”

Capii cosa c’era che non andava nel mio paese, nella vita reale che mi aspettava a casa, a “Noia City”.

Nessuna delle aziende presentava un idea diversa dagli altri. Tutti presentano prodotti di ottima qualità (chi più, chi meno…) perfetti per UNA sola tipologia di clientela.

Tutti carichi e motivati al grido di battaglia “Questo funziona! Facciamolo anche noi!”

Il motivo? Non lo so. Forse perché è il metodo più sicuro per loro? Forse perché sembra assurdo investire in ricerca su un prodotto che costa cosi poco come il biglietto augurale?

Forse perché è più remunerativo proporre qualcosa che gli altri fanno per te e rivenderlo senza correre i rischi di aver speso tempo alla ricerca di un idea che poi può essere sbagliata?

Non so neanche questo… ci sono aziende che hanno “imbroccato” l’articolo giusto propostogli da qualche azienda e poi ne hanno fatto un successo.

Io non sono tagliato per quel genere di lavoro… e credo che al giorno d’oggi sia troppo rischioso per i miei clienti affidarsi a prodotti del genere, troppo generalisti senza un minimo di studio per il NOSTRO mercato, per stupire gli abitanti di “Noia City”.

Inoltre non hanno nulla a che fare con il mio modo di vedere le cose. Io devo capire, devo essere sicuro di quello che faccio, e per farlo devo metterci mani, testa e soprattutto domande.

Ho un carattere che detesta le imposizioni…

Devo capire cosa sto facendo e tutte le potenzialità che questa cosa ha e che può appagare i desideri dei miei clienti.

Tutte le cose che vedo vorrei modificarle, adattarle, modellarle secondo i bisogni che i miei clienti possono avere. Non mi basta vedere una buona idea. Deve essere un idea fantastica ma non per i clienti del Kentucky o della Scozia!!!! Deve essere un idea fantastica per i miei clienti che come me sono stanchi di lottare ogni giorno a “Noia City”!!!!

… Che brutto carattere che ho!

Quindi come potevo, fare tutto questo? Come potevo portare qualcosa ai miei clienti che fosse davvero una proposta originale per la propria clientela? Cosa potevo fare di tangibile per i miei clienti?

Dovevo fare il contrario. Come i pesci che escono dal branco. Il branco va a Ovest, io vado a Est. Ovviamente se ad Est c’è quello che voglio trovare, se c’è la cosa giusta da proporre ai miei clienti.

Non è mia intenzione fare questa strada da solo, non è una gara di originalità! Per quelle esistono gli Hobby.

Il mio è un lavoro. Creare biglietti che siano abbellimenti per i regali dei tuoi clienti, che gli facciano vivere un esperienza diversa, meravigliosa, che gli faccia dire “Grazie, non lo dimenticherò!”

Non è facile, mai. Per farlo ho dovuto prendere una strada nuova. Esplorare un mondo nuovo.

Ho deciso che da quel momento in poi sarei diventato un pò matto. Era necessario! D’altro canto chi è colui che decide di prendere una strada inesplorata? Una strada che tutti quelli prima di lui evitano… Chi è costui,  se non un Matto?

Me lo aveva preannunciato il brand Manager di uno dei Brand più pazzeschi del regno Unito, “Five Dollar Shaking” ( che io senza che lui lo sappia ho ribattezzato come “Stregatto”) di fare attenzione a chi frequenta il mondo delle meraviglie! “Siamo quasi tutti matti qui…” mi ha detto lo Stregatto.

E’ cosi che è iniziata la storia, la mia nuova storia.

La storia di quello che va dall’altra parte, il folle… il matto. C’era bisogno di qualcuno che cominciasse a guardare dove gli altri non guardano, a mettere mano alle cose, a prendere gli articoli e ribaltarli come nessuno aveva mai fatto.

Si, non ci sono dubbi. Per fare una cosa del genere al giorno d’oggi bisogna essere un po’ matti…

Eccomi, presente!

Il Bigliettaio Matto, sono io.