Mamma Ho Perso il Natale!

Ok, calma e sangue freddo. Fra  48 ore sarà (quasi) tutto finito.

Potrai sederti a tavola con la tua famiglia, goderti i tuoi cari ed abbuffarti senza vergogna.

Ma fino a quel momento, saranno le 48 ore più allucinanti dell’anno. Caos in negozio, caos quando esci dal negozio e caos quando torni a casa.

Clienti ritardatari, strade invase dal traffico e un tripudio di appuntamenti, cene, saggi di fine anno e gli immancabili imprevisti.

La cosa più allucinante è che per tutto il resto dell’anno penserai “Ah che bella la settimana del Natale!”.

Dovremmo essere tutti felici, allegri, sorridenti con in sottofondo Michael Bublé in ogni istante della giornata! Ed invece… viviamo il momeno più isterico, teso e disperato dell’anno.

Ogni anno ci ritroviamo nella stessa situazione e quello che personalmente, e tristemente provo, è la sensazione che mi abbiano rubato il Natale.

Dov’è il mio momento magico? Dov’è la cassiera che mi augura”Buon Natale” con il sorriso luccicante? Dov’è il mio “Wonderful Christmas Time”? Dove cavolo sono finiti Michael Bublé o Mariah Carrey!?!?!

Poi, come d’incanto, scoccate le 20:00 del 24, mi siederò a tavola con la mia famiglia e finalmente sarà Natale.

Non vedo l’ora, ma fino a quel momento mi attendono 48 ore di corse improbabili, regali da terminare, clienti da accontentare, figli da accompagnare e telefonate da fare.

Sarà un delirio e solo dopo anni ho scoperto quale sia il vero miracolo del Natale: Uscirne vivi!

Nonostante tutto questo, io adoro il Natale. Adoro vedere che la gente vuole volersi bene. Vuole condividere un pranzo, una cena o un semplice aperitivo per farsi gli auguri.

Io da qualche anno ho deciso di non farmi più rubare il Natale. Di godermene anche le più deliranti deviazioni. Penso “Daltronde, è Natale!”

Ho scritto e firmato più di 60 biglietti Natalizi in questa settimana, nei ritagli di tempo. Mentre pranzavo, tra un boccone di insalatone e l’altro, mentre rimanevo in attesa telefonica con la DHL o nelle pause fra una mail ed un appuntamento.

Scrivere i biglietti di Natale, impacchettare i regali, correre a comparli all’ultimo secondo, voglio che facciamo parte del mio Natale. Non ho voluto rinunciarvi e soprattutto ho voluto godermi ogni singolo momento.

Stasera, chiuderai il tuo negozio, rincaserai con una stanchezza da record e ti godrai il tuo divano pensando alle altre 48 ore di delirio Natalizio. Se non andrà in questo modo,  qualunque cosa tu stia facendo, ti auguro di goderti il giorno di Natale ed anche un pò di questa follia Natalizia. Resisti, sorridi e pensa che fra un mese avrai nostalgia di questi giorni.

A presto, Cristian

2° Caratteristica che rende un biglietto augurale irresistibile – Ecco i 3 livelli di frase che devi assolutamente riconoscere.

Il testo in un biglietto ha più importanza  delle immagini? Dipende a quale livello appartiene.

Saper riconoscere le potenzialità di un biglietto dalla forza e dalla tipologia della frase, sarà il trucco che ti permeterà di valutare al volo se un biglietto funzionerà o se diventerà l’ennesimo “prendi polvere” che tanto odi avere in negozio.

 

Possiamo partire? Assaggia un pezzetto di fungo magico e preparati a rimpicciolirti. Oggi ti porterò all’interno dei testi di un biglietto augurale, salteremo da una lettera all’altra, impareremo a scavalcare i Grassetti ed a schivare i corsivi. Sarà un avventura meravigliosa… Te la senti di seguire il Bigliettaio Matto?

Andiamo.

Avrei potuto iniziare questo articolo con un citazionistico:

“Le parole sono importanti!!!” di Nanni Morettiana memoria. Ma preferisco evitare. Il motivo? Ce n’è più di uno.

Il primo motivo è che Nanni Moretti proprio non lo sopporto. Diciamo che sono più un tipo da Ugo Tognazzi ma, il secondo motivo è più importante perchè è perfettamente in tema con un aspetto che vedremo in questo articolo: La Coerenza.

Non centra una mazza Nanni Moretti, e nonostante quella sia una frase bella e ad effetto, non è detto che sia indicata per farti capire come saper riconoscere una frase vincente da una perdente.

Perchè sono partito da questo esempio sbagliato?

Perchè è proprio quello che ti può capitare scegliendo un biglietto perchè “ha una bella frase!”

Una bella frase non fa il biglietto. Lo aiuta ma se non è studiata o contestualizzata con la giusta immagine e soprattutto con il messaggio che vogliamo trasmettere, renderà il biglietto più triste di un tiramisù dietetico.

Quanto è importante questo aspetto? Molto più di quello che pensi… Per aiutarti a fartene un idea, nel libro che sto ultimando di scrivere “Biglietti d’auguri – I 10 comandamenti” gli ho dedicato un intero capitolo di 36 pagine.

Nel libro troverai questo ed altri aspetti approfonditi in modo molto più dettagliato ma voglio lasciarti qualche breve dritta in questo articolo di cui potrai fare tesoro da subito.

Procediamo con ordine.

Tralasciando i biglietti che non hanno testo o ce l’hanno in modo marginale, i quali fanno categoria a se, la maggiorparte dei biglietti si basa su 3 tipologie di frasi:

Semplice, Aforisma, Scomposta.

Il 1° livello – La frase semplice, non farti ingannare dal nome, è quella utilizzata nella maggior tipologia di biglietti augurali e nonostante non brilli per originalità ha sempre un ottimo successo.

Solitamente si trova all’interno del biglietto mentre all’esterno c’è scritta la ricorrenza che si vuole celebrare , come una festa di laurea per esempio.

All’interno un esempio di tipica frase che troverai, è un classico ed anche piuttosto banale:

“Congratulazioni Laureato!”

Spesso ci sono anche versioni umoristiche del tipo:

“Non avremmo mai pensato potesse arrivare questo momento… Quello di dirti AUGURI DOTTORE!”

In ogni caso, che sia un biglietto estremamente classico o più confidenziale ed umoristico, la tipologia di frase semplice risulta oggettivamente efficace ma datata.

Un po’ come offrire un prosecco al primo appuntamento. Vai sul sicuro ma non stai osando granché.

Da un punto di vista prettamente numerico, è il biglietto migliore.

Esempio di frase 1° livello umoristica.

Questo tipo di biglietto ha molti punti a suo favore, ed i  principali sono:

  1. Comunica in modo diretto e quindi arriva subito all’attenzione di chi entra in un negozio alla ricerca del biglietto per una festa di Laurea senza troppe pretese (ovvero un’altissima percentuale di clienti)
  2. È imparziale. Come il prosecco di cui sopra. Va benissimo un po’ per tutti, ti permette di portare a compimento la missione senza arrecarti danni permanenti. Ottimo lavoro soldato!
  3. Si adatta a qualunque tipo di regalo, e può essere anche un biglietto di sole congratulazioni ed essere quindi consegnato senza alcun regalo.

 

Il 2° Livello – L’aforisma concentra totalmete la propria forza sulla potenza del messaggio tipico di una frase breve ma precisa nel messaggio.

L’errore più grande che si possa fare è confondere una “Frase celebre” con un “Aforisma“. Spesso si crede che una frase, perchè detta da una celebrità basti a essere una grande frase emozionale. Niente di più sbagliato.

Non c’è una regola per riconoscere un aforisma, non esiste una formula matematica per misurarne l’efficacia, come non ne esiste una per definire il valore di una poesia.

Un aforisma, suona come una voce intonata sopra un filo di musica.

Esempio di aforisma abbinato ad un biglietto fatto a mano. Linea Scelgo Handmade by Wonder

Il biglietto efficace che contiene un aforisma deve essere un biglietto studiato in ogni minimo dettaglio. La coerenza e legame fra immagine e frase non deve necessariamente essere d’obbligo.

Anzi, spesso vengono associate immagini emozionali non del tutto pertinenti con l’aforisma.

Ma sono certamente immagini o colori o stimolazioni visive molto forti.

 

3° Livello – Frase Scomposta

Ti è mai capitato di leggere annunci pubblicitari dove di venga rivolta direttamente una domanda? E’ uno dei modi più antichi per attirare l’attenzione perché appunto, una domanda fa scoccare la scintilla che porta ad un ragionamento. In automatico, creando così quel legame che porta alla considerazione da parte di chi legge.

Nel biglietto augurale, spesso questa tecnica viene utilizzata e con un ottimo successo.

Ovviamente un biglietto normale ha solamente due pagine sulle quali possiamo sviluppare la nostra storia:

L’esterno e l’interno. Solamente un esterno ed un interno nel quale sviluppare la nostra “storia da raccontare” ma sono sufficienti per creare stupore e curiosità nel lettore.

Ti faccio un esempio pratico.

Una frase che avrai sicuramente letto su diversi biglietti è la seguente.

 

Esterno: “Tanti Auguri a te che sei…

Interno: … Una persona speciale!”

Come puoi ben leggere, è una frase banale e ben poco attraente.

Mah… e qui è necessario il genio grafico, se abbiniamo un’immagine esterna in contrasto con quella interna, creiamo l’effetto stupore che porta il lettore a  fare l’esclamazione:

“Ah! Forte!”

Ecco un esempio:

La frase scomposta. Uno dei pochi casi dove i puntini di sospensione non diventano fastidiosi.

Ora hai un quadro definito di come sono strutturate le frasi nei biglietti augurali perchè abbiano efficacia.

Ricorda: Se non basta una bella immagine per fare un biglietto da effetto Wow, non sarà una frase “carina” a trasformarlo.

Un biglietto augurale ha pochi elementi per stupire, ecco perchè dovranno essere perfetti e amalgamarsi perfettamente tra loro perchè possano meravigliare!

A presto,

Cristian

 

Nel mondo dei biglietti c’è uno strano personaggio…

Ti anticipo che quello che stai per leggere potrebbe scuotere le certezze che hai riguardo a questo mondo.

Mi riferisco al mondo del biglietto augurale o dell’articolo augurale per come l’hai conosciuto.

Tu credi o hai sempre creduto che quello che vedi sia l’unico mondo. Un mondo fatto di personaggi, cose ed abitudini che ormai conosci piuttosto bene.

Ma c’è anche un altro mondo. Molto diverso da quello che conosciamo…

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