Invito a cena? Stupiscili con un biglietto!

L’evento che ha la stessa frequenza dei compleanni ma che nessuno celebra con un biglietto augurale.

Quando il biglietto è sinonimo di buone maniere.

 

Potrei iniziare questo articolo aizzando i tuoi sensi di colpa su come “noi” tu ed io compresi, siamo volontariamente o involontariamente coinvolti nella digitalizzazione delle nostre vite con frasi come:

“Ormai siamo tutti on line e poco fisici”

“Stiamo diventando troppo virtuali”

“Era meglio quando le cose si facevano dal vivo con una stretta di mano”

Ma non lo farò. Cioè, in realtà lo sto facendo ma solo per anticiparti che questo cappello introduttivo potrebbe essere, per uno come me che si occupa di biglietti augurali di carta, un cavallo di battaglia da martellare come non ci fosse un domani.

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Non voglio però neanche fare il sociologo da Bar dello Sport, visto che ho competenze in termini accademici pari a quelli di un bambino dell’asilo e poi perché, sinceramente, mi sembra che facciano già abbastanza confusione gli esperti “veri” o pseudo tali.

Una cosa è abbastanza inopinabile. La tecnologia degli smartphone, ha spostato molte abitudini dal mondo fisico al mondo dell’online.

Meglio? Peggio? 1-1 palla al centro?

Andiamo oltre.

Quello su cui voglio farti riflettere è come alcuni aspetti che hanno a che fare con la semplice educazione e buon senso, stiano lentamente scomparendo dal mondo fisico (non on line) e come un semplice biglietto augurale potrebbe far sterzare in direzione opposta questa tendenza.

Mi sto riferendo all’invito a cena. Più precisamente, all’invito a cena a casa di un conoscente.

Risultati immagini per cena a casa di amici

Si tratta di un’occasione in cui noi italiani siamo probabilmente i primi al mondo, ma nonostante questo, per quanto riguarda il presentarsi con un biglietto d’auguri proprio non ci viene in mente!

Siamo i primi per le volte che ci troviamo a cena ed ultimi a ringraziare chi ci invita!

Ci facciamo superare da paesi in cui fanno forse due cene all’anno di m***a (oh se mangiano male mica è colpa mia!) come l’Inghilterra, la Scozia o la Germania.

Credimi, l’elenco è incredibilmente più lungo e probabilmente noi italiani siamo sorpassati anche dal Kazakistan.

Risultati immagini per classifica

Siamo famosi nel mondo per essere, fra le persone più socievoli e di buona compagnia aiutate dalla nostra grande e famosa tradizione per il gusto del cibo e del buon vivere.

Non ho trovato dati aggiornati ed attendibili sull’argomento ma, stando ad un sondaggio “interno” ovvero di persone a me amiche o conoscenti ( 43 persone ) di età fra i 18 ed i 65, è risultato che:

il 70% riceve un invito a cena o pranzo al mese

il 25 % riceve più di un invito

il 5% riceve più di due inviti.

Questi sono dati che possono essere interessanti, ma lo sono ancora di più se li incrociamo.

Del 70 % che riceve un invito a cena al mese, solo il 30% sono Under 30 anni

Del 25% che riceve più di un invito al mese l’ 80% sono Over 40 anni.

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Dalla lettura dei dati di questo piccolo campione (43 persone non sono molte lo so, ma meglio di niente o di dati aggiornati al 2010 dove nel frattempo è cambiato il mondo) i dati più interessanti sono che:

Il 7 persone su dieci vanno ad una cena al mese su invito di un conoscente

I più socialmente attivi sono gli over 40.

NESSUNO dei coinvolti passa un mese senza essere invitato ad una cena.

Ora, tralasciando che a sto punto almeno un “grazie Cristian che ti sei preso la briga di mettere insieme due cavolo di numeri” me lo meriterei, non posso che riflettere e farti riflettere come, anche in questo aspetto, noi italiani davanti a questi dati possiamo reagire in due modi.

Dire: “Ecco, vedi! Siamo un paese allo sbando. Ci facciamo superare dal Kazakistan! Noi che abbiamo portato la Pizza nel mondo! Noi che abbiamo il sole, il mare, i mandolini ed i musei!” e poi continuare a mettere i like ai gattini pucciosi su Facebook lamentandoci nelle chat

Oppure dire: “Mmm interessante. Aspetta che forse posso sfruttare tutto questo” e cominciare a divulgare al cultura, la proposta e se proprio vogliamo esagerare, anche l’esempio.

Io personalmente da tempo porto biglietti augurali quando sono invitato a cena, abbinati ad una bottiglia di vino, al gelato o alla torta, tanto per fare degli esempi.

Questo è quello che si è beccato due settimane fa la mia amica Marta. Che ora probabilmente mi odierà.

Ma non solo, quello che possiamo fare, ognuno nel proprio ruolo, è sicuramente divulgare un abitudine. Consigliare, dare input ed idee ai propri clienti.

Il “Non me lo hanno mai chiesto” nel 2019 dovrebbe essere multato. Non è più tollerabile.

Se siamo cosi affezionati al mondo del reale, del tangibile, della carta del tempo passato insieme, cominciamo a divulgare questa cultura, questo messaggio in tutto quello che ci è possibile fare, anche nel nostro lavoro.

È compito di un professionista cercare di portare il proprio lavoro ad un  livello sempre più alto e se possibile, con il tempo anche il proprio settore.

Qui parliamo di un livello ancora maggiore, ovvero cercare, nel nostro piccolo di diffondere una cultura che può riavvicinare le persone in un momento in cui probabilmente, stiamo vivendo la vera crisi, molto più triste di quella economica. Quella degli affetti.

Alla prossima,

Cristian

2° Caratteristica che rende un biglietto augurale irresistibile – Ecco i 3 livelli di frase che devi assolutamente riconoscere.

Il testo in un biglietto ha più importanza  delle immagini? Dipende a quale livello appartiene.

Saper riconoscere le potenzialità di un biglietto dalla forza e dalla tipologia della frase, sarà il trucco che ti permeterà di valutare al volo se un biglietto funzionerà o se diventerà l’ennesimo “prendi polvere” che tanto odi avere in negozio.

 

Possiamo partire? Assaggia un pezzetto di fungo magico e preparati a rimpicciolirti. Oggi ti porterò all’interno dei testi di un biglietto augurale, salteremo da una lettera all’altra, impareremo a scavalcare i Grassetti ed a schivare i corsivi. Sarà un avventura meravigliosa… Te la senti di seguire il Bigliettaio Matto?

Andiamo.

Avrei potuto iniziare questo articolo con un citazionistico:

“Le parole sono importanti!!!” di Nanni Morettiana memoria. Ma preferisco evitare. Il motivo? Ce n’è più di uno.

Il primo motivo è che Nanni Moretti proprio non lo sopporto. Diciamo che sono più un tipo da Ugo Tognazzi ma, il secondo motivo è più importante perchè è perfettamente in tema con un aspetto che vedremo in questo articolo: La Coerenza.

Non centra una mazza Nanni Moretti, e nonostante quella sia una frase bella e ad effetto, non è detto che sia indicata per farti capire come saper riconoscere una frase vincente da una perdente.

Perchè sono partito da questo esempio sbagliato?

Perchè è proprio quello che ti può capitare scegliendo un biglietto perchè “ha una bella frase!”

Una bella frase non fa il biglietto. Lo aiuta ma se non è studiata o contestualizzata con la giusta immagine e soprattutto con il messaggio che vogliamo trasmettere, renderà il biglietto più triste di un tiramisù dietetico.

Quanto è importante questo aspetto? Molto più di quello che pensi… Per aiutarti a fartene un idea, nel libro che sto ultimando di scrivere “Biglietti d’auguri – I 10 comandamenti” gli ho dedicato un intero capitolo di 36 pagine.

Nel libro troverai questo ed altri aspetti approfonditi in modo molto più dettagliato ma voglio lasciarti qualche breve dritta in questo articolo di cui potrai fare tesoro da subito.

Procediamo con ordine.

Tralasciando i biglietti che non hanno testo o ce l’hanno in modo marginale, i quali fanno categoria a se, la maggiorparte dei biglietti si basa su 3 tipologie di frasi:

Semplice, Aforisma, Scomposta.

Il 1° livello – La frase semplice, non farti ingannare dal nome, è quella utilizzata nella maggior tipologia di biglietti augurali e nonostante non brilli per originalità ha sempre un ottimo successo.

Solitamente si trova all’interno del biglietto mentre all’esterno c’è scritta la ricorrenza che si vuole celebrare , come una festa di laurea per esempio.

All’interno un esempio di tipica frase che troverai, è un classico ed anche piuttosto banale:

“Congratulazioni Laureato!”

Spesso ci sono anche versioni umoristiche del tipo:

“Non avremmo mai pensato potesse arrivare questo momento… Quello di dirti AUGURI DOTTORE!”

In ogni caso, che sia un biglietto estremamente classico o più confidenziale ed umoristico, la tipologia di frase semplice risulta oggettivamente efficace ma datata.

Un po’ come offrire un prosecco al primo appuntamento. Vai sul sicuro ma non stai osando granché.

Da un punto di vista prettamente numerico, è il biglietto migliore.

Esempio di frase 1° livello umoristica.

Questo tipo di biglietto ha molti punti a suo favore, ed i  principali sono:

  1. Comunica in modo diretto e quindi arriva subito all’attenzione di chi entra in un negozio alla ricerca del biglietto per una festa di Laurea senza troppe pretese (ovvero un’altissima percentuale di clienti)
  2. È imparziale. Come il prosecco di cui sopra. Va benissimo un po’ per tutti, ti permette di portare a compimento la missione senza arrecarti danni permanenti. Ottimo lavoro soldato!
  3. Si adatta a qualunque tipo di regalo, e può essere anche un biglietto di sole congratulazioni ed essere quindi consegnato senza alcun regalo.

 

Il 2° Livello – L’aforisma concentra totalmete la propria forza sulla potenza del messaggio tipico di una frase breve ma precisa nel messaggio.

L’errore più grande che si possa fare è confondere una “Frase celebre” con un “Aforisma“. Spesso si crede che una frase, perchè detta da una celebrità basti a essere una grande frase emozionale. Niente di più sbagliato.

Non c’è una regola per riconoscere un aforisma, non esiste una formula matematica per misurarne l’efficacia, come non ne esiste una per definire il valore di una poesia.

Un aforisma, suona come una voce intonata sopra un filo di musica.

Esempio di aforisma abbinato ad un biglietto fatto a mano. Linea Scelgo Handmade by Wonder

Il biglietto efficace che contiene un aforisma deve essere un biglietto studiato in ogni minimo dettaglio. La coerenza e legame fra immagine e frase non deve necessariamente essere d’obbligo.

Anzi, spesso vengono associate immagini emozionali non del tutto pertinenti con l’aforisma.

Ma sono certamente immagini o colori o stimolazioni visive molto forti.

 

3° Livello – Frase Scomposta

Ti è mai capitato di leggere annunci pubblicitari dove di venga rivolta direttamente una domanda? E’ uno dei modi più antichi per attirare l’attenzione perché appunto, una domanda fa scoccare la scintilla che porta ad un ragionamento. In automatico, creando così quel legame che porta alla considerazione da parte di chi legge.

Nel biglietto augurale, spesso questa tecnica viene utilizzata e con un ottimo successo.

Ovviamente un biglietto normale ha solamente due pagine sulle quali possiamo sviluppare la nostra storia:

L’esterno e l’interno. Solamente un esterno ed un interno nel quale sviluppare la nostra “storia da raccontare” ma sono sufficienti per creare stupore e curiosità nel lettore.

Ti faccio un esempio pratico.

Una frase che avrai sicuramente letto su diversi biglietti è la seguente.

 

Esterno: “Tanti Auguri a te che sei…

Interno: … Una persona speciale!”

Come puoi ben leggere, è una frase banale e ben poco attraente.

Mah… e qui è necessario il genio grafico, se abbiniamo un’immagine esterna in contrasto con quella interna, creiamo l’effetto stupore che porta il lettore a  fare l’esclamazione:

“Ah! Forte!”

Ecco un esempio:

La frase scomposta. Uno dei pochi casi dove i puntini di sospensione non diventano fastidiosi.

Ora hai un quadro definito di come sono strutturate le frasi nei biglietti augurali perchè abbiano efficacia.

Ricorda: Se non basta una bella immagine per fare un biglietto da effetto Wow, non sarà una frase “carina” a trasformarlo.

Un biglietto augurale ha pochi elementi per stupire, ecco perchè dovranno essere perfetti e amalgamarsi perfettamente tra loro perchè possano meravigliare!

A presto,

Cristian