Biglietti per bambini o per le mamme?

Le insidie che un messaggio deve superare per arrivare sano e salvo di fronte agli occhi  e nel cuore di chi lo riceverà.

Se hai la mia età, o comunque sei nato al massimo nei primi anni 90, hai quasi certamente giocato al “Telefono senza fili”

Te lo ricordi?

Va be dai, ti rinfresco la memoria. Noi lo facevamo a ricreazione alle elementari. Ci disponevamo in cerchio; un bambino diceva una parola o una semplice frase nell’orecchio del vicino che a sua volta la ripeteva al bambino successivo, fino ad arrivare all’ultimo bambino, prima di quello che aveva avviato il gioco, e ad alta voce ripeteva la frase che aveva capito.

Quasi sempre la frase o la parola erano diverse. Spesso talmente diverse da farci sganassare dal ridere.

Anzi più erano diverse dalla partenza e più il gioco era divertente.

Ecco, tutto questo per raccontarti che nel mondo dei biglietti augurali c’è un fenomeno molto simile che però è tutt’altro che divertente.

Io l’ho chiamato “Il Biglietto senza fili”

Ti sei divertito fin qui ricordandoti quanto era bella la tua infanzia? Bene. Perché da qui in poi questo articolo spolvera argomenti che sono “Volatili per diabetici” come diceva il grande Lino Banfi.

E non pensare che la cosa non ti riguardi… Perché se acquisti biglietti augurali, al giochino del “Biglietto senza fili” ci sei seduto anche tu.

Vediamo di fare un po’ di chiarezza e vedere dove sta il problema di questo giochino.

Come saprai, un biglietto augurale fa un viaggio. Un viaggio fisico vero e proprio.

Parte in modo concettuale dalla testa dell’ideatore

Arriva sul catalogo del venditore

Poi a te, nel tuo negozio

Poi fra le mani di chi lo acquista

Ed infine fra le mani di chi lo riceve.

Questo percorso DOVREBBE essere così. Utilizzo il condizionale perché come ben saprai, purtroppo, questo viaggio o “metodo” posso garantirtelo SOLO per quanto riguarda la mia azienda. Per come facciamo le cose noi nel Mondo di Wonder.

Al di fuori di qui, nel marasma del mercato italiano, ci sono una miriade di aziende che si limitano a commercializzare biglietti augurali e quindi diventano un Giocatore in più al “BIGLIETTO SENZA FILI” creando un ulteriore inquinamento del nostro messaggio.

Come hai potuto vedere, sia io che te siamo giocatori dello stesso gioco. Con le stesse regole.

Ma chi sono i veri protagonisti del gioco? Te lo svelo subito.

Sono Chi acquista il biglietto nel tuo negozio e chi lo riceve.

Esatto. Perché sono loro le persone a cui è davvero rivolto il messaggio.

Sono loro i destinatari di quell’idea, di quel messaggio iniziale sotto forma di pensiero nella testa del Creatore del biglietto.

La tua bravura sta nel saper scegliere i biglietti in base al tuo target clienti e quello, fortunatamente è un aspetto sul quale credo di non doverti insegnare nulla.

Perfetto, fino a qui abbiamo scoperto in quanti giochiamo e che ruoli abbiamo, ma qual è lo scopo del gioco?

Eccolo svelato.

Lo scopo è fare in modo che il Creatore di Biglietti Augurali, crei un biglietto con un messaggio cosi originale, cosi focalizzato sulla persona a cui è destinato il biglietto, da impressionare in modo positivo il cliente che lo comprerà nel tuo negozio.

Ti sembra facile.

Se la risposta è si, allora credimi che non è un buon segno. E’ una dannatissima missione impossibile!

Non è facile per un motivo semplicissimo e fondamentale.

Perché l’anello più debole di questo gioco è allo stesso tempo il giocatore con maggiore responsabilità:

Il cliente che acquista il biglietto nel tuo negozio.

Eh…

Ecco dove sta la fregatura. Seguimi bene perché questo passaggio è importante. Sto per svelarti un segreto riguardo al mondo del gift che in pochi prendono in considerazione.

Chi acquista un regalo, nella maggior parte dei casi, compie la scelta guidato dai suoi gusti. Non da quelli della persona che riceverà il regalo.

Se pensi che questa sia la scoperta dell’acqua calda, credimi che non è così scontato nella testa di chi produce articoli nel Gift.  Altrimenti non si spiegherebbero i continui cali di vendite nel mondo dell’articolo da regalo. (non è l’unico fattore, ovvio. Ma uno di quelli meno presi in considerazione).

Facciamo un esempio super pratico, ispirandoci alla foto di copertina di questo articolo.

Una mamma, una bimba ed un biglietto augurale.

Supponiamo che su uno scaffale del tuo negozio ci sia un biglietto per Bambini di fascia fra i 6 ed i 10 anni.

Lasciando perdere i personaggi dei supereroi o delle mode del momento che, come sappiamo, durano in commercio meno di un vasetto di nutella nella mia dispensa, un genitore deve scegliere un biglietto che impressioni positivamente il proprio bimbo tramite un immagine o un messaggio particolari ed originali.

Le mamme si sa, conoscono bene i loro bimbi quindi sono un target cliente con il quale il gusto personale dovrebbe influire il meno possibile. Eppure persino una mamma può sbagliare scegliendo un biglietto che piace a più a lei che alla sua bambina.

Sai qual è il motivo di questo errore? Si chiama “Gap generazionale”. Ovvero il gradino di età che separa una mamma dalla sua bimba.

I bambini al giorno d’oggi hanno delle possibilità di accedere alla comunicazione che le nostre generazioni non avevano. Per noi c’era la tele. Finito. Punto.

Per i bambini e teen ager di oggi ci sono televisione, youtube, videogiochi, social (anche se non dovrebbero accedervi…) ma tutto questo ha fatto in modo che si sviluppasse un vero e proprio settore comunicativo adatto ad ogni fascia di età.

Quando noi eravamo piccoli, c’era una sola trasimissione con i cartoni animati. Una.

Oggi, solamente le piattaforme Disney Pay per view (tipo Sky per esempio) ne hanno 4. Suddivise per le fasce di età. Con programmi e contenuti molto più focalizzati e non generici.

Il mercato è sempre più specifico e sempre meno generalista.

Ed i prodotti per essere competitivi devono essere sempre più specifici, precisi.

Nel mondo del biglietto augurale in Italia ci sono della lacune grandi come l’oceano. Ricordo quando 2 anni fa introdussi i biglietti per i matrimoni gay che in molti mi dicevano:

“Eh vabbè, ma in quanti li comprano?”

Siamo andati in ristampa dopo 6 mesi.

Questo è un esempio reale. Ma torniamo al nostro gioco…

Cosa succede se una mamma non trova un biglietto adatto alla sua bimba?

  • Nella migliore delle ipotesi acquista un biglietto che piace a lei (che è comunque un autogol, perché la bambina non dimostrerà entusiasmo, non dimostrerà gratitudine sfasciando tutto ciò che io e te che adoriamo questo mondo cerchiamo di difendere e diffondere)

 

  • Nella peggiore delle ipotesi NON COMPRERA’ NESSUN BIGLIETTO.

Capisci quanto questo possa moltiplicarsi in una giornata e danneggiare i tuoi guadagni se non hai fra il tuo assortimento dei biglietti fatti come si deve? Specifici e mirati in modo studiato per i festeggiati?

Può diventare un disastro dal punto di vista delle vendite. Il “Biglietto senza fili” può diventare un gioco nel quale rischi di trovarti da solo se non hai qualcuno che ha fatto le cose bene all’inizio.

Se giochi con chi lancia il messaggio per primo, lo ha fatto in modo confuso, bisbigliato.

In buona sostanza, se chi ti ha venduto i biglietti non ha la più pallida idea di cosa sto parlando.

Come possiamo salvarci in questo gioco e fare in modo che i clienti possano acquistare biglietti che gli piacciano proprio perché perfetti per le persone a cui sono destinati?

Come possiamo fare in modo che quella mamma faccia la scelta giusta, compri un biglietto che le piaccia proprio perché le ricorda la sua bambina?

Nella risposta che sto per darti c’è un aspetto cruciale che io ho avuto la fortuna di imparare da mio padre lavorando al suo fianco nella sua trentennale azienda dedicata al regalo e che io applico alla lettera in ogni mio biglietto Wonder?

Grazie alla personalizzazione.

Più un biglietto è personalizzato, è specifico, nel messaggio, nelle immagini, in tutto, e più risulterà gradevole ed apprezzabile alla persona che lo riceverà.

La mamma dovrà poter trovare quel biglietto sul tuo scaffale, che abbia uno o più elementi che le ricordino le passioni o le caratteristiche della sua bambina.

Quali possono essere? Infinite.

L’anno che compie, il nome, uno sport, una passione, un colore, un gioco che facevano da piccoli…

Ti è più chiaro ora quanto è complessa la cosa e quanto debba essere studiata ed affrontata con criterio da chi vuole essere il tuo partner per quanto riguarda i biglietti augurali?

Se siamo in questo settore dallo stesso tempo sai quanto questo sia lontano anni luce dalla realtà.

La gente ride quando spiego lo studio che svolgo per i biglietti augurali. “Tu sei matto!”

Si su questo hanno ragione, non per niente sono il “Bigliettaio matto” perché se fai tutto l’opposto di quello che fanno gli altri allora un po’ matto lo sei davvero.

Quello di cui però sono altrettanto certo è che quello che io ho avuto la follia (o coraggio) di affrontare nel mondo dei biglietti augurali, nel resto del mondo viene affrontato in moltissimi altri settori, compreso questo. Pensa un po’.. in quei mercati le cose vanno meglio.

Sarà un caso? Mmm… “io questo non credo!”

Io nel frattempo ti sto preparando una nuova linea di biglietti per bambini dalla quale sto uscendo esausto… Vedo unicorni ovunque e di notte mi sveglio convinto di essere sulla nave di Jake Sparrow!

 

Il lavoro di  ricerca è estenuante soprattutto se per farlo devi abbandonare il tuo mondo e tuffarti in uno lontano 30 anni dal tuo.

A presto e ricorda,

Falli meravigliare!

Cristian

Se vuoi approfondire il discorso, a breve sarà disponibile il mio nuovo libro “Io Faccio Biglietti. Le 10 Regole d’oro che un biglietto augurale deve rispettare.” Invia una mail per prenotarlo a info@wondercards.it