Perchè certi biglietti sono praticamente invendibili?  Semplice. Chi li ha ideati si è dimenticato della 3° Caratteristica che rende un biglietto irresistibile.

Scopri come riconoscerla in pochi secondi grazie ai 7 trucchi che ti svelo in questo articolo!

 

Ci sono segreti che non andrebbero svelati. Le persone normali non lo fanno.

Ma io ho me ne guardo bene da essere normale, e siccome me ne infischio bellamente fischiettando sotto il mio cappello da Bigliettaio Matto, da tempo ho deciso di condividere con te le mie conoscenze.

Portarti nel mondo delle meraviglie dei biglietti augurali passando dalla porta sul retro.

Negli articoli scorsi, ti ho presentato le prime 2 leve che rendono un biglietto irresistibile (se te le sei perse le trovi qui e qui)

Ti ho illustrato con esempi pratici come la grafica debba essere un processo in continua evoluzione e ti ho dimostrato come le frasi in un biglietto augurale possano diventare le vere protagoniste di un successo.

Bene!

“Cristian, ok la grafica, ok le frasi, ma qual è la terza leva che mette in risalto un biglietto augurale?”

Capisco tutta questa tua impazienza… Credi che la Terza Leva sia quella definitiva vero?

La migliore e più potente di tutte, giusto?

Ed infatti ci hai preso. Quasi.

Il terzo ingrediente segreto che sprigionerà il famigerato e Wonderiano “Effetto Wow” è…

La lavorazione!

Cosa intendo per lavorazione?

In gergo tecnico o tipografico, viene chiamata anche finitura o abbellimento. Che detta cosi sembra una storielletta breve e simpatica.

Beh, amico mio, credimi che per chiunque faccia biglietti augurali, (inteso dal pensarli al venderli come facciamo in Wonder) è mettere il piede nell’inizio della valle di lacrime.

Eh già.

Un modo agile e comprensibile per tradurre questo processo e soprattutto per fartela breve riassumendola con un antico proverbio che mi sto inventando proprio adesso:

Tanto va il Creativo in Tipografia che ci lascia il fegatino.

Devi sapere, che il mondo della creazione dei biglietti augurali non è tanto differente da un qualunque universo di design.

Ore ed ore di progettazione, confronti, analisi, riprogettazioni, ricerca, rianalisi ecc.

In Wonder, che ho un Design manager con i controfiocchi, il vecchio Mr. Silvio Cibaldi (ed il suo pericoloso alter ego Dr. Paz) ci mettiamo dalle 2 alle 3 settimane per designare una linea di biglietti.

Credimi, sono fortunato perché quel pazzoide del Dr. Paz quando parte per la tangente è capace di crearti 12 perle rare in una sola settimana (come è accaduto con la nuova linea Fluoh!)

Ma questo è un mondo fatto di disegni, creazioni, idee, lunghe chiacchierate e spesso anche da qualche meditativo bicchiere di ottimo Scotch Inglese. (Ne vado pazzo, è una mia grande debolezza)

Che dire, un mondo strambo ma del tutto gradevole!

Quello della tipografia è tutto un altro mondo… Eh si my friend.

Il mondo della tipografia è fatto di ingranaggi, di rumori assordanti, di odori pungenti, di olio motore, di vernici, ingranaggi e lame taglienti.

Praticamente passiamo dalla prima classe alla sala macchine! Qui ci si deve rimboccare le maniche e darsi da fare per mettere in pratica quanto studiato per settimane in ufficio.

Fino a qualche anno fa la musica era molto semplice.

C’erano due o tre lavorazioni fra le quali potevi fingere di sbizzarirti e poi potevi tranquillamente metterti al lavoro.

Con la nascita di nuove tecnologie, macchinari, software e materiali, il processo lavorativo si è complicato in modo esponenziale.

La maggior parte dei biglietti con applicazioni vengono realizzati con quello che io chiamo “effetto panino tedesco”

Hai presente come fanno i panini i tedeschi? Eccotene una diapositiva…

Scelgono la regola dell’abbondanza. Più ce né meglio è. Cosa sia non importa. Come sia abbinato ancor meno. L’importante è che ci sia e che sia “tanto e ben visibile”

Wunderbar!

Inutile che io ti elenchi le differenze in termini di gusti fra noi Italiani ed il restante popolo Europeo.

Non solo in termini di cibo e moda ma in tutto ciò che riguarda il gusto. La differenza fondamentale è la nostra capacità di valorizzare i dettagli.

Tutto li.

Grazie ad un dettaglio sappiamo trasformare una pacchianata, in un elemento eccentrico. Una oggetto scialbo in uno elegante.

Il Biglietto Augurale non è escluso. Le lavorazioni hanno il potere di trasformare completamente un biglietto ma se c’è alla base un idea. Un progetto.

Era da mesi che avevo l’ossessione per il glitter. Lo scorso anno alla fiera Top Drower di Londra vidi dei bellissimi biglietti con di dettagli glitterati.

Notai subito che non era il solito glitter pacchiano, a grana grossa. Era qualcosa di molto più fine.

Ci ho messo 6 mesi a trovare l’azienda che fa questo tipo di lavorazione e ci sono voluti altri 3 mesi per capire come abbinare questa lavorazione ad altre lavorazioni come il Foil per avere un effetto contrastante con le scritte.

 

La bellezza sta nella complessità e nella ricerca.

Quello che voglio portare alla tua attenzione è di porti sempre la domanda: “Qual è l’idea?”

Perché se non c’è un idea di fondo, tutte le lavorazioni di questo mondo risulteranno solo un trucco inutile. Ed è un peccato.

Perché certe lavorazioni se utilizzate con un idea di comunicare, possono essere potentissime.

Ma ci deve essere un idea.

Che sia della carta di riso, della carta metallizzata, delle stampe a caldo delle embossature, dei colori fluorescenti o scritte fatte a mano, la cosa davvero importante è che siano utilizzate per “pompare” l’idea del biglietto.

Una lavorazione esterna al biglietto può essere una delle 3 leve che fanno diventare un biglietto irresistibile.

Possono essere diverse. Di seguito ti svelo le 7 lavorazioni più efficaci:

  • Un diverso materiale su cu è effettuata la stampa.: Plastica per esempio o un materiale glitterato o il legno.

 

  • Una diversa scelte dei colori: fluorescenti per esempio o l’utilizzo di colori pantone.

  • Finiture delle scritte: spesso vengono realizzate con la stampa in foil e danno un effetto metallizzato.

  • La carta stessa può subire dei trattamenti: Ci sono carte goffrate, rigate, craft, a tutto impasto.

  • Le applicazioni: Ce ne sono di molteplici. Vanno dai brillantini ai dei veri e propri piccoli oggetti in miniatura come bottoni o fiocchetti.

 

  • Embossatura: è una lavorazione meccanica che si attua sulla carta creando dei dettagli in rilievo. E’ molto elegante ma allo stesso tempo se ne può abusare senza far sembrare

  • Tagliare la carta con forme particolari. È una lavorazione molto bella e può essere utilizzata per risaltare i livelli del biglietto.

Potrei stare qui ore ad elencarti quante lavorazioni si potrebbero applicare al biglietto augurale ma non credo basterebbero 20 pagine.

Nel libro che sto ultimando dedico un intero capitolo a questo argomento ed anche li non posso sviscerare ogni aspetto. Mi ci vorrebbe un intero libro per farlo in modo approfondito.

Qui ti ho illustrato le principali ma quello che voglio assolutamente che tu abbia assimilato è che la prima cosa che tu debba capire è l’idea di base.

Individua l’idea che ha generato il biglietto e che comunica la lavorazione che è stata scelta ed imparerai a distinguere al volo un “ciapa polver” da un Best Seller.

Ora sai la 3° ed importante leva che fa diventare un biglietto irresistibile. Utilizza queste conoscenze per “difenderti” dai biglietti che sono specchietti per le allodole!

 

Alla prossima e ricorda,

falli meravigliare!

Cristian

 

Carta glitterata/colori fluo/ parti in altri materiali (scelgo handmade carta tessuto non tessuto)

 

Diffida dalle applicazioni generiche che fanno diventare un biglietto una sorta di frigorifero porta la qualunque.